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Morata e Fagioli
Morata e Fagioli

La Gazzetta dello Sport analizza i comportamenti di Niccolò Fagioli all’interno del caso scommesse.

Fagioli e le scommesse: ecco come si faceva prestare i soldi

“Nicolò Fagioli si è fatto prestare 587mila euro totali da 31 persone e la domanda è spontanea: come ha fatto? Ora c’è una risposta, almeno parziale: Fagioli proponeva Rolex da comprare a costi vantaggiosi e rivendere in fretta a prezzo più alto. Qualche volta faceva il nome di Alvaro Morata, compagno alla Juve. Leggere le chat tra Fagioli e i suoi amici lascia un senso di disagio perché Nicolò, nonostante i guadagni milionari, era costretto a chiedere soldi a decine di persone per rientrare dai debiti. Okoli, compagno di Fagioli alla Cremonese, poi convocato in Nazionale da Spalletti, lo attacca per questo: "Vai a chiedere i soldi a tutti ma poi hai i debiti con tutti, te sei scemo vero".

Morata e Fagioli

Fagioli usava strategie differenti. A Nicolò Armini, compagno in Under 21, scriveva così: "C’è l’opportunità di guadagnare soldi e ti spiego come. Un mio compagno deve prendere 40mila di premio e vuole comprarsi un Rolex. Siccome non gli accettano contanti, in spogliatoio chiedeva se qualcuno gli pagava l'orologio e lui per il favore dava soldi in più. Se a te interessa...". Proposta praticamente identica a Gabriele Boloca e Volpatto, con un’aggiunta: "L’ho già fatto con Turati e Russo, abbiamo guadagnato tanti soldi senza fare nulla, solo il bonifico alla Rolex".

Fagioli spesso utilizzava il nome di Morata 

Fagioli in alcune situazioni faceva il nome di Morata. Ad Alberto Esposito, ad esempio: "Io tramite Alvaro Morata trovo i Rolex a molto meno e poi me li rivende. Vado avanti da un anno con lui a fare questo investimento. E siccome ho il massimale da solo stavolta non posso farlo da solo. In due-tre mesi ci ritornano i soldi". L’amicizia tra Fagioli e Morata, negli anni alla Juve, era conosciuta ma Alvaro nell’inchiesta ha questo strano ruolo esterno: non compare tra i finanziatori di Fagioli ma viene citato come procacciatore di orologi.

Il problema, per Fagioli, era la difficoltà a restituire i prestiti. I messaggi lo fanno capire chiaramente. Alessandro Russo gli chiedeva di pagare ("Tra un po’ siamo a un anno"), Okoli era più duro: "Aspetto lunedì, poi mi hai rotto i cogl... Sei venuto a dirmi che servivano a tuo padre e te li ho dati subito i soldi". Nicolò prendeva tempo, adduceva motivazioni. Con il piacentino Marco Sartori, è arrivato a chiedere a Tommaso De Giacomo, il principale indagato, di intervenire. E De Giacomo lo ha fatto, inviando questo messaggio: "Ciao Marco, sono un amico di Nicolò. La soluzione si trova, però bisogna comportarsi bene tutti, perché Nico ha fatto delle cazzate e vuole rimediare". Dalle carte non è chiaro chi abbia riavuto i soldi e chi no, però, in un universo di messaggi sgrammaticati e bestemmie, il consiglio giusto a Fagioli lo ha dato Andrea Ferrari, concittadino e coetaneo. Ha accettato di fare un finto bonifico da 10.000 euro (subito revocato) per prendere tempo con i creditori e poi gli ha scritto: “Curati, che è meglio”. Due righe di amicizia vera, finalmente”.


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