Mertens riceve la cittadinanza onoraria: “Napoli è il mio vero paradiso”
Il legame profondo con la città, il ringraziamento alla famiglia e uno sguardo al futuro del Napoli

Dries Mertens ha condiviso emozioni profonde e ricordi di 12 anni fa, quando arrivò a Napoli per firmare come calciatore. Il belga ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.
148 volte Mertens in gol: il più bello?
«A Marassi contro il Genoa, lancio di Diawara, controllo di suola con il destro, rasoiata di sinistro. Ne ricordo uno con la Fiorentina: tunnel al difensore, palla ad Hamsik che tira ed io irrompo. Poi i due pallonetti, quello di Roma contro la Lazio e a Napoli contro il Torino. Però voto il primo».
Ha spiegato a De Bruyne che qui per lui sarà difficile essere più amato di Mertens.
«Le cose possono cambiare... Sarebbe bello se venisse ma della vicenda non parlo. È una questione che riguarda il club e il mio amico Kevin ed è giusto che io resti defilato».
I desideri di Mertens per il futuro
«Cosa voglio fare?Primo: voglio riposare. Secondo: essere un papà ancora più bravo. Terzo: continuare nel calcio, possibilmente qua. Non ho parlato con Dela ma è giusto che anche lui prenda fiato dopo una stagione del genere, meravigliosa. Intanto, sto pensando di appendere gli scarpini al chiodo».
In panchina come si vede?
«Non mi vedo...».
Per vincere il titolo che qui non riuscì a cogliere è dovuto andare a Istanbul.
«Però ho vissuto la festa in diretta, perché mi ha chiamato Tommaso Starace e m’ha fatto godere tutto. E vedere il pullman scoperto sul lungomare è stato toccante. Forse questo successo è persino più emozionante del primo».
Non vi bastarono 91 punti, nel 2018: si può dire che eravate fortissimi?
«È stato l’anno più bello e più divertente. In genere si vince lo scudetto ma la Juve fu superiore».
Cittadino onorario di Napoli cosa vuol dire?
«Essere amato. Svegliarsi la mattina e vedere il mare vuol dire essere felice con poco. Ma poi la gente, l’amore che riversa addosso a me e alla mia famiglia... Mi ha dato tutto: il carattere che ho, la gioia di vederci nascere prima un figlio e adesso una bambina. Quando gli amici mi chiedono se vado a Ibiza, gli spiego che io sto qua: ho Ischia, Capri, questa che è la mia città».
Il piccolo Ciro va in giro sempre con i pantaloncini azzurri con il 14...
«E quindi immagini per chi faccia il tifo. È attratto anche dal Galatasaray, ovviamente, e ha una simpatia enorme. Però la precedenza è per il Napoli».
Un allenatore che le ha cambiato la vita?
«Tutti danno qualcosa ma Sarri ha inciso di più».
Ha visto mai che la porta alla Lazio...?
«In Italia c’è solo Napoli per me».

Mertens elogia Conte
«Conte è uomo intelligente, sa come si apre un ciclo. E vuole che la società e la squadra crescano. Il trionfo rappresenta un passo importante. In società ci sono gli uomini giusti nei ruoli giusti. Ora non si gioca più una volta a settimana e dunque il progetto va allargato. Con lui è un bel futuro».
Siamo al capolavoro con questo scudetto?
«Io penso che nessuno, davvero nessuno, ad agosto 2024 si sarebbe sbilanciato sul Napoli. Poi è cambiata l’atmosfera. E anche quando hai perso un calciatore così importante come Kvara, sei uscito consapevole della tua forza, perché in estate erano egualmente arrivati giocatori in grado di fare la differenza».
Un pronostico per l’anno che verrà?
«Godiamoci il momento. L’Inter avrà un gruppo fortissimo però anche il Napoli lo sarà».
Con Osimhen vi siete scatenati.
«Sono felice che sia venuto da noi. Non abbiamo mai parlato delle difficoltà del suo ultimo periodo in maglia azzurra, ma lui ha inciso nell’affermazione del 2023. Centravanti troppo forte e spero che si trovi il modo giusto per salutarsi».
E il suo amico Lukaku?
«Professionista serio. Pensavo che uscisse di più e invece stava sempre a casa a faticare. Mi mandava video in palestra. Attaccante importantissimo».
Il numero 1 col quale ha condiviso la carriera?
«Higuain!».
Il panorama, da casa sua, è da stropicciarsi gli occhi: impossibile staccarsene.
«La mattina mi sveglio, vado sul terrazzo a bere il caffè e resto incantato. E penso: sono il miglior bomber della storia del Napoli, orgoglio gigantesco. Che cosa voglio di più dalla vita?».