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Il presidente della FIGC
Gabriele Gravina

Caso Acerbi-Nazionale: arrivano le parole del presidente Gravina

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha commentato in conferenza stampa i temi relativi alla nazionale italiana.

Francesco Acerbi

Caso Acerbi: Gravina dice la sua

 “Acerbi?Non ci sono commenti da fare. Ognuno di noi sente quello che è il proprio senso di appartenenza. Non entro nel merito delle valutazioni soggettive di Acerbi. Posso solo esprimere un senso di dispiacere nel non poter utilizzare le prestazioni del giocatore. Fermo restando comunque, come ha sottolineato Spalletti, che abbiamo calciatori che possono sostituirlo.

Qualificazione al Mondiale? Non dobbiamo cercare alibi in questo momento, abbiamo un obiettivo sul quale siamo tutti concentrati. La qualificazione è fondamentale. Siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo vivendo in questo momento, non solo per qualche infortunio di troppo, ma anche per le fatiche che i campionati nazionali e internazionali hanno causato. Il momento è di difficoltà, ma ci appenderemo al grande senso di orgoglio da parte dei nostri ragazzi nel condividere l’orgoglio che ha sempre contraddistinto l’indossare la maglia della nazionale. Questo orgoglio deve generare entusiasmo in tutti i nostri tifosi, che nel 2021 hanno portato a un risultato straordinario e impensabile. Insieme dobbiamo centrare questa qualificazione che manca da un po’ di tempo. Bisognerà dare tutto. Questo chiediamo ai ragazzi, in questo momento sono i ragazzi più pronti per la nostra nazionale.

I talenti? Dobbiamo sfatare un luogo comune, noi produciamo tantissimi talenti ne è la dimostrazione la prima vittoria nella storia dell’Europeo Under 17. Sotto il profilo della costruzione e della produzione del talento noi siamo primi in Europa, il problema è che per creare il Campione bisogna offrire le opportunità al talento. Ci sono tantissimi giovani di grande prospettiva che vengono emarginati, giocatori che quando entrano fanno la differenza. Non abbiamo la pazienza e il coraggio di investire su questi giovani. Ho visto giocare Yamal a 15-16 anni, aveva dei colpi ma non era quello di oggi. Per diventare il giocatore che è oggi è stato utilizzato per due anni in una squadra di assoluto livello come il Barcellona. Doué ha giocato contro noi nell’under 17 e under 19 di due anni fa e non mi sembrava ci fosse questa grande differenza, dato che i migliori giocatori del torneo sono stati due italiani. Dobbiamo avere solo più coraggio nel dare spazio a questi giovani”.


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