Manca sempre meno alle regionali in Campania: ipotesi Jannotti Pecci per il centrodestra
Manca meno di un anno alle elezioni campane, che si terranno tra settembre ed ottobre del prossimo anno, e lo scenario appare molto incerto all’orizzonte. Ne parla il Mattino in edicola.
Il centrodestra e gli obiettivi
Dopo Emilia e Umbria, il 2025 vede ben 6 regioni al voto. Con il centrodestra ansioso di rifarsi dopo la recente sconfitta e con l’obiettivo di vincere almeno in quattro regioni e strappare al centrosinistra le sue roccaforti del Sud. Non solo la Puglia ma soprattutto la Campania dove il governatore De Luca è già in campo, nonostante il niet del Pd, il suo partito (ma sino a quando?), per il suo terzo mandato. E la maggioranza al governo punta a conquistare proprio Santa Lucia per scalzare l’ex sindaco di Salerno che, dal suo pulpito-social, continua a cannoneggiare l’esecutivo. Lega, Fdi e Forza Italia rivendicano, a vario titolo, questa regione ma è chiaro che tutto avverrà secondo uno scacchiere nazionale in cui saranno i leader di partito a decidere. Con i primi vertici che inizieranno a gennaio. Lì si entrerà davvero nel vivo, partendo dal Veneto caro alla Lega ma su cui la Meloni ha puntato gli occhi. E da lì a cascata si deciderà per le altre regioni al voto.
IL RISIKO
In campo in Campania rimangono i nomi politici. A cominciare dal viceministro Edmondo Cirielli (Fdi) e l’europarlamentare Fulvio Martusciello (Fi). Tra i tecnici eccellenti resta invece in campo l’ipotesi di chiedere la disponibilità all’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. Infine l’opzione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, origini irpine e nome sponsorizzato dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini. Una carriera da prefetto e nome considerato tecnico più che politico. E, quindi, visto in questo momento come più aggregante in una coalizione in cui continuano ad esserci scintille, tra Fi ed Fdi, proprio sul nome del candidato governatore. Ma l’ipotesi che si fa strada rimane quello di un nome di peso della società civile. Di un industriale magari. Ecco che ora s’affaccia anche l’idea dell’attuale numero uno degli industriali partenopei Costanzo Jannotti Pecci. C’è infatti la volontà delle varie anime del centrodestra di mettere sul tavolo una rosa di nomi di peso. Magari non politici ma allargando a uomini del fare, imprenditori di peso capaci cioè di aggregare il centrodestra allargando ai moderati e alla società civile. i moderati e alla società civile. E soprattutto contrastare Vincenzo De Luca e i suoi leitmotiv contro la “politica politicante” E secondo molti Costanzo Jannotti Pecci, al vertice di Confindustria Napoli dal maggio 2022, potrebbe essere l’uomo giusto. Senza contare come non sia passata inosservata la sua presenza, oggi, all’apertura della due giorni di Fdi a Giugliano in cui si farà il punto sui 2 anni del governo meloni (è il titolo della kermesse) e ovviamente si guarderà all’obiettivo delle prossime regionali. Intervento tecnico, come numero uno di palazzo Partanna certo, ma anche un possibile indizio di uno scenario futuro. Senza contare come in questo momento si sia parzialmente raffreddato lo scontro sull’Autonomia differenziata dopo la bocciatura dei giudici della Consulta. E proprio Jannotti Pecci nei mesi scorsi si è schierato, senza sosta, contro la legge Calderoli. Addirittura ritrovandosi sullo stesso fronte della Cgil e della sinistra. E se sinora il nome del presidente degli Industriali non convinceva la Lega proprio perché fermamente contrario all’Autonomia, ora la decisione della Consulta cambia tutto. I rilievi sottolineati dai giudici della Corte Costituzionale e i conseguenti punti da riscrivere dal Parlamento, infatti, potrebbero venire incontro anche alle richieste formulate in questi mesi proprio dagli industriali napoletani. E di cui Jannotti Pecci si è fatto portavoce. Potrebbero cadere così anche eventuali distinguo da parte della Lega e di Matteo Salvini quando si entrerà nel vivo delle trattative dei candidati governatori.