header logo
Antonio Conte
Antonio Conte

Antonio Conte: il tecnico ad un passo dalla leggenda italiana

Antonio Conte è vicino a numeri da leggenda della panchina. Ne parla la Gazzetta dello Sport.

Antonio Conte vicino alla leggenda

Antonio Conte è ormai a un passo da entrare nella storia del calcio italiano con un traguardo straordinario: diventare il primo allenatore a vincere lo scudetto con tre squadre diverse. Dopo aver conquistato tre titoli con la Juventus e uno con l’Inter, il tecnico salentino è vicino a realizzare il cosiddetto “Triplete” tricolore. Se il suo Napoli dovesse battere il Cagliari nella prossima partita, raggiungerebbe il quinto scudetto personale, segnando un nuovo record e distanziando una lunga lista di allenatori che, pur illustri, si sono fermati a due club: da Trapattoni e Capello ad Allegri, fino a figure storiche come Liedholm, Bernardini, Cargnelli e Weisz, quest’ultimo tragicamente scomparso ad Auschwitz.


 

Antonio Conte
Antonio Conte

Conte si avvicina così anche al primato assoluto di Giovanni Trapattoni, che detiene il maggior numero di scudetti in Italia (sette in totale, sei con la Juve e uno con l’Inter). A 56 anni, che compirà a luglio, Conte ha ancora tempo per superarlo e aggiungere nuovi trofei alla sua bacheca. Del resto, il suo profilo si è sempre contraddistinto per la capacità di ristrutturare e rilanciare squadre in difficoltà. È accaduto con la Juventus nel 2011, reduce da una stagione mediocre, ed è successo con l’Inter nel 2019, trasformata in due anni in una squadra vincente. Ora è il turno del Napoli, ereditato da una disastrosa decima posizione e rapidamente riportato ai vertici. È probabilmente il suo capolavoro, la “rianimazione” più impressionante della sua carriera.


 

In Serie A, Conte ha una statistica impressionante: ha sempre chiuso il campionato o al primo o al secondo posto, fatta eccezione per la parentesi poco felice con l’Atalanta nel 2009-10. Questo lo rende l’allenatore ideale per le società che cercano una rifondazione profonda e immediata. Non a caso, si parla di un possibile ritorno alla Juventus, soprattutto dopo il fallimento del progetto Thiago Motta, e di un’occasione mancata per il Milan, che non ha puntato su di lui un anno fa e ha chiuso al nono posto.


 

Conte è anche un profondo conoscitore del campionato italiano, delle sue dinamiche e delle sue insidie. In questa stagione ha dimostrato una sorprendente flessibilità tattica, abbandonando lo storico 3-5-2 per adattarsi a schemi più vari come il 4-3-3, il 3-4-2-1, il 4-2-3-1 e persino il 4-2-4. Mai era stato così trasformista. L’assenza di impegni europei ha facilitato il lavoro settimanale, permettendogli di incidere con costanza sulla squadra. Qualche eccesso nelle esternazioni pubbliche, nei confronti della società e dell’ambiente, fa parte del suo stile: chi sceglie Conte sa che prende tutto il pacchetto, compresi i suoi show mediatici, spesso usati per spostare la pressione dai giocatori su di sé.


 

Se Conte è uno specialista nei campionati nazionali – ha vinto anche una Premier League con il Chelsea – in Europa continua ad avere un conto aperto. In Champions League, infatti, non è mai andato oltre i quarti di finale, e l’unica finale europea disputata, quella di Europa League con l’Inter nel 2020, l’ha persa contro il Siviglia. Questo dualismo tra successi nei tornei lunghi e difficoltà nelle competizioni a eliminazione diretta lo definisce come un allenatore da “Giro d’Italia” o “Tour de France”, più che da “grande classica”. Tuttavia, con il nuovo formato della Champions, che somiglia sempre più a un mini-campionato, chissà che anche in Europa Conte non riesca finalmente a sfondare quel muro dei quarti, conquistando la consacrazione definitiva anche oltre i confini italiani.


💬 Commenti