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Antonio Conte
Antonio Conte

La Gazzetta dello Sport si sofferma su Lecce-Napoli, gara della trentacinquesima giornata di Serie A.

Lecce-Napoli: il derby di Conte

”Il derby del cuore al bivio scudetto. Sceneggiatura perfetta, per un sabato di passione. Antonio Conte torna a casa, nella sua Lecce. Lì, dove vive la famiglia, dove ha cominciato a dare calci ad un pallone cullando il sogno di diventare un giorno un campione. Il giovane Antonio, però, non sapeva che la sua carriera nel mondo del calcio avrebbe avuto una coda più lunga e ancora ricca di successi. Per le strade di Lecce ha imparato il rispetto per gli avversari e ha coltivato la propria fame di vittoria. Quella che ha dimostrato poi negli anni, prima da stellina delle giovanili del Lecce, poi da capitano e leader alla Juventus. Cinque scudetti da giocatore, diventati nove poi con quelli da tecnico di Juve (3) e Inter (1). Ora, alla guida del suo Napoli, Antonio è il comandante di un popolo a caccia di un sogno. E mentre la città assapora la possibilità di vincere il secondo tricolore in tre stagioni, Conte segue il suo personale traguardo: lo scudetto della stella. Che poi aprirebbe le porte anche a un nuovo posto nei libri di storia: nessun allenatore ha mai vinto tre scudetti su tre panchine diverse. Ci era riuscito Capello, prima che Calciopoli cancellasse i suoi due titoli con la Juve dopo quelli con il Milan e con la Roma.

Conte e Lecce: l’allenatore del Napoli non è amato da tutti

 Conte a Lecce è tornato due volte da allenatore in A, vincendo 1-0 quando guidava la Juve e pareggiando 1-1 ai tempi dell’Inter. Ma la partita che ha cambiato un po’ il rapporto con i tifosi della sua città è quella del 17 maggio 2008: Antonio arrivò al Via del Mare da allenatore del Bari, che portò alla promozione in A. E vinse 2-1. Non fu la gara in sé a cambiare la storia, ma la delusione (o la rabbia, fate voi) di alcuni suoi concittadini fu proprio verso quella sua scelta di accettare l’avventura nel club “nemico”. Questione di campanilismo, di una rivalità molto accesa tra le due città. Storia lontana, certo, ma non per tutti chiusa, evidentemente. Conte, invece, è sempre andato avanti per la sua strada, orgoglioso delle sue origini e della sua terra. Ma anche della carriera che si è costruito con lavoro, sacrificio e sudore. Una carriera nel mondo del calcio che, come detto, è iniziata proprio con il giallorosso della sua città addosso. E che ha avuto la consacrazione definitiva – guarda il caso – proprio in una sfida contro il Napoli di Diego Armando Maradona. Antonio era il 10 del Lecce e gli toccò anche inseguire Diego a tutto campo. Ma, nell’allora San Paolo, trovò la gioia più grande per un giovane in ascesa, segnando la sua prima rete in Serie A.

Antonio Conte
Antonio Conte

 Lo stadio di Fuorigrotta oggi è diventato casa sua. Il suo fortino. Ma ora servono anche le vittorie in trasferta per lo scudetto. Dopo il successo sofferto di Monza, quella di Lecce diventa una prova del 9 fondamentale per le ambizioni tricolori del Napoli. Ci sarà un ambiente caldo ad accogliere Antonio e la sua squadra, perché anche il Lecce lotta per il suo personale scudetto: la salvezza. E sarà anche la prima partita interno dei salentini dopo il terribile lutto che ha sconvolto squadra e società e per cui anche Antonio Conte ha voluto esternare il suo cordoglio, interrompendo il momento di festa che si respirava a Napoli dopo la vittoria sul Torino. «Condoglianze alla famiglia di Graziano, alla moglie, ai figli. E al Lecce e a tutti i suoi tifosi, perché è un dolore che colpisce la città». Città ferita, che ha voglia di riscatto. Conte conosce bene l’importanza del Via del Mare, e quanto la passione dei tifosi giallorossi possa rappresentare un ostacolo in più per lui e per il Napoli.

 Il Lecce ha lo stesso bisogno di vincere del Napoli per avvicinarsi all’obiettivo. Anche perché nelle ultime nove giornate, il Lecce ha raccolto solo due punti e in casa non vince in Serie A dal 15 dicembre scorso (2-1 al Monza). In più, da allora i pugliesi hanno raccolto solo tre punti (tre pareggi) e in sei occasioni non hanno segnato. Il Napoli, invece, arriva dalla ritrovata solidità: non prende gol da tre gare, è tornato a essere la miglior difesa d’Italia e d’Europa ed è la squadra che è migliorata di più in A rispetto allo scorso anno (24 punti). Sono i frutti del lavoro di Conte, di una rivoluzione senza precedenti. E di un cammino straordinario che Conte vorrebbe trasformare in «prodigio». Nella sua Lecce ci si gioca una fetta enorme di scudetto”.


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