All'Inter, per ora, lo scudetto dell'inciviltà social
Interisti in delirio: lo Scudetto al Napoli li manderebbe al manicomio. Prima lo snobbano, poi frignano. Zero dignità, solo offese e barbarie verbali.

La lotta Scudetto tra Napoli e Inter si gioca anche sui social. Lì, dove il piagnisteo di tanti nerazzurri è diventato insopportabile. Va avanti da giorni, oramai. E meno male che l'obiettivo più importante è il 31 maggio, altrimenti cosa sarebbe successo?
All'Inter lo Scudetto dell'inciviltà e dei luoghi comuni
Nei giorni scorsi, le bacheche social si sono riempite di messaggi anonimi provenienti dal tifo interista. Nomi e cognomi? Nemmeno l'ombra. Volti? Impossibili da trovare. Solo account generici e commenti al vetriolo. Vesuvio, camorra, Campi Flegrei: termini sparati a caso, utilizzati con leggerezza e senza rispetto, al solo scopo di colpire e ferire. Alcuni parlano addirittura di uno “scudetto assegnato dalla malavita”, senza portare una sola prova. Solo odio, pregiudizi e frustrazione.
Tutto questo, per uno Scudetto del quale gli interessa poco. Per uno scudetto che, sempre a detta loro, contava pochissimo prima di Inter-Lazio, ma che hanno evidentemente riassaporato dopo il momentaneo 2-1 contro i capitolini.
La coerenza, in certi ambienti, sembra davvero merce rara.
Lo Scudetto conteso tra Napoli e Inter: la sagra delle inutili polemiche
Ogni situazione, ogni fallo, ogni dichiarazione diventa pretesto per scatenare una bufera. Si grida al complotto, si accusa l’arbitro, si fa dietrologia anche sui rimpalli. Il calcio giocato finisce in secondo piano, sopraffatto da una tempesta mediatica di insulti e allusioni. È la sagra dell’inutile polemica, dove il tifo lascia spazio alla barbarie verbale, all’odio etnico e territoriale, al razzismo e al disprezzo dell'altro.
E tutto questo per cosa? Per una partita di pallone.
Scudetto o non Scudetto? Il paradosso nerazzurro
Il vero paradosso è tutto qui: si parte col dire "non ci interessa lo scudetto, puntiamo alla Champions", ma appena si è avvicinata la possibilità di vincerlo, anche se solo per una ventina di minuti, ecco che si moltiplicano i complotti, gli attacchi e le giustificazioni più fantasiose.
Nessuno che eventualmente dica, semplicemente, "lo abbiamo perso noi". Nessuno che si fermi un attimo a dire: "complimenti agli avversari, hanno fatto meglio". Invece di ammettere un calo di rendimento o dare merito a chi è stato più costante, si preferisce alzare un muro di accuse, veleno e mistificazioni. E questo non è solo antisportivo: è profondamente incoerente.
Se davvero lo Scudetto non era una priorità, allora non dovrebbe bruciare così tanto eventualmente perderlo. E se invece era importante, allora ci si aspetterebbe un minimo di onestà intellettuale. In entrambi i casi, il comportamento di certi tifosi si rivela per quello che è: una scusa per non ammettere l'eventuale sconfitta, e una comoda scorciatoia per evitare l'unica cosa che in certi casi andrebbe fatta. Fare silenzio. E applaudire.