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Buongiorno e Rrahmani
Buongiorno e Rrahmani

Il Napoli di Antonio Conte ha acceso i riflettori su di sé non solo per l’organizzazione tattica generale, ma soprattutto per un dato sorprendente: con appena 25 reti subite, il club partenopeo vanta la miglior difesa dei cinque top campionati europei. Un risultato che non nasce dal caso, ma è frutto di un lavoro metodico, pianificato e portato avanti fin dal ritiro di Dimaro, dove Conte e il suo staff hanno iniziato a plasmare una squadra solida, compatta e impenetrabile. La risposta sul campo è arrivata con grande applicazione da parte dei calciatori, che hanno saputo interpretare e interiorizzare i principi difensivi richiesti dal tecnico leccese. Ma se il dato generale dei gol subiti è già impressionante, ce n’è un altro che racconta ancora meglio la qualità del lavoro svolto: il Napoli non ha subito nemmeno un gol di testa in tutta la stagione, né in situazioni di gioco né su palla inattiva (angoli, punizioni). Un primato assoluto che merita un approfondimento tattico.

Come difende il Napoli sulle palle inattive

Napoli, schema tattico palle inattive
Napoli, schema tattico palle inattive

Il segreto della tenuta difensiva azzurra parte proprio da un’organizzazione maniacale sulle situazioni da fermo, spesso sottovalutate ma decisive ai massimi livelli. Sui calci d’angolo, il Napoli adotta una disposizione difensiva che combina attenzione individuale, densità centrale e lettura collettiva. Generalmente si osserva un blocco compatto di 7-8 uomini posizionati nella zona centrale dell’area piccola, pronto a coprire lo spazio più pericoloso. In alcune circostanze, questo nucleo centrale è composto da 6 calciatori sempre nell’area piccola, mentre altri 2 si collocano leggermente più avanzati, ma comunque dentro l’area di rigore, formando una seconda linea difensiva. Da questo schieramento ben serrato, si distaccano due calciatori, di solito gli esterni d'attacco. Uno di questi ovviamente è Matteo Politano, sempre presente in questo ruolo ibrido tra difesa preventiva e marcatura su eventuali palloni respinti. In caso di corner battuto corto dalla squadra avversaria, invece, il Napoli reagisce in modo coordinato: uno dei componenti del blocco centrale – spesso Lobotka – esce prontamente a dare supporto al compagno più esterno. Conte non si affida alla marcatura a uomo, ma preferisce una marcatura a zona con orientamento fortemente sul pallone. I difensori sono istruiti a leggere la traiettoria e a intervenire in base alla posizione del cross e al movimento del pallone, più che dell’avversario diretto. Questa strategia consente di coprire meglio gli spazi vitali ed evitare il disordine provocato dai blocchi e dai movimenti incrociati tipici delle squadre avversarie.

Napoli, schema tattico palle inattive
Napoli, schema tattico palle inattive

Punizioni laterali: il “trenino” azzurro

Napoli, schema tattico palle inattive
Napoli, schema tattico palle inattive

Un’altra situazione chiave è quella delle punizioni laterali, dove il Napoli mostra uno schieramento altrettanto studiato: 6 o 7 calciatori si dispongono in fila ravvicinata, formando il cosiddetto “trenino”.

Napoli, schema tattico palle inattive
Napoli, schema tattico palle inattive

Al momento della battuta, questa linea scappa rapidamente verso la porta, sincronizzando il movimento per respingere l’eventuale cross e alzare la linea di difesa. Tutto questo avviene tenendo conto delle variazioni che le squadre avversarie possono adottare: il Napoli è capace di adattarsi a piccoli cambiamenti nel posizionamento offensivo degli avversari, senza perdere mai compattezza o lucidità nella lettura delle situazioni.

Napoli, schema tattico palle inattive
Napoli, schema tattico palle inattive

Un’identità difensiva solida, firmata Antonio Conte

Questa solidità nasce da una mentalità precisa, costruita con il lavoro quotidiano e con un’attenzione spasmodica ai dettagli. Antonio Conte ha dato al Napoli una nuova identità difensiva: aggressiva, organizzata e perfettamente consapevole dei propri compiti in ogni zona del campo. I numeri, fin qui, non fanno che confermare il valore di questo lavoro.


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