Napoli-Genoa, le pagelle: Vasquez gela il Maradona

Si è conclusa Napoli-Genoa, partita valevole per la trentaseiesima giornata della Serie A 2024-2025. Gli azzurri hanno pareggiato 2-2 dopo essere passati in vantaggio due volte.
Napoli-Genoa, i voti degli azzurri

Di seguito i voti degli azzurri.
Meret: 5. Se la butta dentro da solo con un intervento improbabile ed esteticamente rivedibile e lì cominciano i problemi del Napoli. Due tiri in porta, due gol: serata no per il portiere azzurro, in una grande annata.
Di Lorenzo: 5,5. Un campionato ben oltre le aspettative non oscuri le velleità del singolo: il Capitano ha colpe in buona parte dei gol subiti dal Napoli nel girone di ritorno.
Rrahmani: 6. La sua tranquillità è manifesto di quella che sarebbe stata una buona reazione del Napoli. Purtroppo, però, i suoi compagni di reparto non sono dello stesso umore.
Olivera: 5,5. Non replica la grande prestazione del Via del Mare, nonostante un paio d'anticipi in avvio che lasciavano presagire una gara pressoché tranquilla. Billing gli salta davanti e si lascia scappare Vasquez, lasciando Napoli nell'ansia.
Spinazzola: 6. Spinge con buona frequenza sulla sua fascia, nel secondo tempo Norton-Cuffy prende le misure per quanto possibile. Ennesima prestazione positiva per un calciatore rinato.
McTominay: 6,5. Lo scozzese veleggia onnipresente sul campo, deciso a marchiare a fuoco un'altra gara. I due assist serviti a Lukaku e Raspadori però non bastano al Napoli per archiviare la pratica Genoa.
Lobotka: 6. Chiamato in causa in qualche uscita dal basso prima di cedere al problema che l'aveva fermato anche la settimana scorsa. Conte aveva fatto di tutto per non privarsene. (Dal 13' Gilmour: 6).
Anguissa: 6. Era lecito aspettarsi qualcosina in più dall'incursore azzurro, specialmente nella velocità del fraseggio. Sfiora il vantaggio arrivando a colpire con i tempi giusti, fermato da un vero e proprio miracolo.
Politano: 6,5. Le diagonali difensive sono di pregevole fattura, le conclusioni invece sono sempre più velleitarie. Sempre più quinto di centrocampo e sempre meno ala. (Dall'86' Neres: SV).
Raspadori: 7. L'uomo della provvidenza lo aveva fatto ancora, con un controllo da antologia del calcio che ferma il mondo e lo fa girare attorno a lui. Purtroppo, i suoi compagni non mantengono il vantaggio. (Dall'80' Billing: 5).
Lukaku: 6,5. Davanti alla porta non sbaglia mai, ma ci sarà bisogno della stessa freddezza per portare a termine il lavoro straordinario che oggi ha rischiato di vacillare sotto i colpi di un sorprendente Genoa. Con un Lukaku così, con lo stesso spirito d'iniziativa, questo potrebbe rivelarsi solo un incidente di percorso.
Conte: 5. In un momento delicatissimo, l'allenatore salentino sbaglia le scelte più importanti e con un pizzico di sfortuna sacrifica il bonus pareggio a due giornate dalla fine. Rischia Lobotka e lo perde probabilmente fino a fine stagione, ma la squadra reagisce bene e nonostante il rocambolesco gol subito e l'assenza del cardine slovacco riesce a riportarsi in vantaggio. Sostituendo il suo unico uomo tra le linee con il disastroso Billing, non solo subisce il gol del pareggio, ma si preclude anche l'opportunità di poter ovviare al problema. Adesso è una gara di nervi e Conte è chiamato a fare la differenza.
Napoli-Genoa, i voti dei rossoblù

Di seguito i voti degli uomini di Vieira.
Siegrist: 7. L'estremo difensore rossoblù diventa l'improbabile saracinesca che ridà speranze all'Inter per la lotta Scudetto. Interventi di pregevole fattura su Raspadori e McTominay che tengono a galla il Grifone fino al pareggio finale.
Sabelli: 6. Prestazione non appariscente come quella del compagno sulla fascia opposta, ma si dimostra un buon mestierante in grado di svolgere il suo ruolo con una certa sicurezza. (Dal 78' Zanoli: 6).
Otoa: 5,5. L'esordio contro la Lazio non era stato dei migliori: espulso dopo venti minuti. Disputa una buona gara per circa un'ora, poi resta sulle gambe in occasione del gol di Raspadori. (Dal 69' Bani: 6).
Vasquez: 7. Una partita quantomeno bizzarra: prima si fa rubare superficialmente tempo e spazio da Lukaku, mancando dell'attenzione necessaria per la marcatura di un attaccante navigato come il belga; salva la sua prestazione con un intervento provvidenziale da terra; infine trova il colpo del mortifero 2-2.
Ahanor: 6,5. Il 2008 ha personalità, qualità e arriva addirittura a giocare lo scherzetto al Napoli con la collaborazione di Meret. Ci sono tante squadre già salve in campionato: che schierassero i vari Ahanor in rosa, perché siamo sicuri che sparsi per l'Italia ci siano tante piccole gemme. (Dal 78' Venturino: 6).
Norton-Cuffy: 6. Impiegato più vicino alla porta del solito, di fatto fa il terzino aggiunto e ha il merito di giocare una gara pressoché pulita, fino ad un contropiede abbozzato negli ultimi minuti di gara che viene però stroncato da Billing.
Frendrup: 6. Accostato a svariate big, è probabile che in estate cambi maglia. La sua è una gara d'equilibrio e senza particolari spunti, dopo lo sfortunato autogol di cui si era reso protagonista lunedì scorso.
Masini: 5,5. Non giovanissimo come Ahanor, ma è un 2001 e il suo posto se l'è conquistato dopo anni di canonica gavetta. Non è la sua miglior gara, ma è indiscutibilmente un esempio per ogni ragazzo ritrovatosi in prestito, nella speranza di giocarsi le sue carte.
Messias: 6,5. Le sue imprevedibili sortite offensive portano freschezza al Grifone, Olivera non lo tiene benissimo e lui ne approfitta con qualche iniziativa pericolosa. (Dal 60' Martin: 6).
Pinamonti: 6,5. Non sembra proprio che giochi con la salvezza ormai archiviata: scelte e cattiveria sono da gara di cartello. Una sponda ben riuscita e la traversa sugli sviluppi di un calcio di punizione, altre giocate encomiabili… chissà se ha trovato motivazioni nel suo passato nerazzurro.
Vitinha: 6. Garantisce alla squadra di Vieira una marcia in più, ma salvo qualche idea naïf non crea particolari alla difesa azzurra, come del resto tutta la sua squadra fatta eccezione per parte della prima frazione. (Dal 69' Kassa: 6).
Vieira: 7,5. L'aveva dichiarato una settimana fa: a Napoli per fare risultato, non in gita. Nonostante la salvezza già ampiamente guadagnata, l'ex Crystal Palace disegna una pressione a tutto campo che infastidisce gli azzurri, con una squadra al suo servizio pronta a sacrificarsi sino all'ultimo centimetro. Poi resta in partita anche grazie al suo portiere e la riprende, perché certe volte basta restare attaccati e aspettare il momento giusto. Come… gatti.