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Dopo un’umiliazione storica come il 5-1 incassato dalla Juventus al Maradona contro il Napoli, ci si aspetterebbe silenzio, riflessione, magari un po’ di autocritica. E invece no. Proprio su questo si concentra l’edizione odierna de La Repubblica.

Ore 2:16 del mattino, 14 gennaio 2023

La Juventus ha appena subito una sconfitta clamorosa. Leandro Paredes, entrato in campo nel secondo tempo, non sembra affatto turbato. In piena notte si siede al suo primo tavolo da poker virtuale. A introdurlo è il compagno di squadra Mattia Perin:

«C’è un nuovo giocatore: Leandro Paredes. Diciamo che ha già vinto tanto sportivamente parlando… quindi può perdere a poker.»

Risate generali. L’atmosfera è rilassata, quasi goliardica, in netto contrasto con l’imbarazzo appena vissuto in campo.

Un vizio diffuso tra i calciatori di Serie A

I tavoli virtuali di poker sono ormai una routine consolidata per una fetta consistente dello spogliatoio della Serie A. Si parla di piatti da centinaia di migliaia di euro. Tra gli habitué: Sandro Tonali, Nicolò Fagioli, Mattia Perin, Weston McKennie, Samuele Ricci e Nicolò Zaniolo.

Zaniolo escluso: nasce un altro gruppo

Non tutti, però, sono benvoluti allo stesso modo. Zaniolo, a quanto pare, non è considerato un grande giocatore di poker. Tanto che, a sua insaputa, alcuni creano un gruppo alternativo:

«Poker senza Zaniolo»

Un retroscena che mostra un lato curioso — e per certi versi inquietante — del calcio moderno. Un mondo in cui le sconfitte si dimenticano in fretta, e la notte è lunga… soprattutto se c’è un tavolo virtuale su cui puntare.


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