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Dalla notte del Montjuïc al nuovo inizio

Dov’eravamo rimasti? A quella notte di marzo, il 12, al Montjuïc. Una notte che sembrava segnare la fine di tutto: Barcellona 3, Napoli 1. Una sconfitta pesante, sì, ma non solo per il risultato. In quel momento è sembrato che si sgretolasse qualcosa di più profondo, un’illusione, forse persino l’identità. Il Napoli che aveva fatto innamorare l’Europa era stato messo fuori in modo brutale, e con l’eliminazione dalla Champions è parso franare un intero ciclo. Il presente zoppicava, il passato sembrava sbiadire, il futuro era una nuvola di dubbi.

Eppure, il calcio – come la vita – è fatto per ricominciare. Cambiano i protagonisti, si alza il sipario su nuove scene, ma resta quella sensazione familiare che qualcosa possa ancora accadere. Così Napoli, con un’estate per ricostruirsi e un nuovo comandante in panchina – Antonio Conte – si prepara a risalire. E a tornare là dove merita: tra i grandi d’Europa. Perché la Champions League è anche questo, una promessa che ogni stagione si rinnova.

Barcellona-Napoli 3-1, gol di Fermin, Cancelo, Rrahmani, Lewandowski |  Diretta Champions | Gazzetta.it
Barcellona vs Napoli  3-1

Conte simbolo di una svolta: meno bellezza, più fame

Antonio Conte è più di un allenatore: è una direzione. Arriva per rompere uno schema, per cancellare la nostalgia sterile dello scudetto e restituire al Napoli una fame dimenticata. Il bel gioco potrà lasciare spazio a una compattezza feroce, ma ciò che conta davvero è l’anima. E Conte sa accenderla.

Sarà un Napoli diverso: più pragmatico, forse più cinico. Si sogna in grande – ma ogni nome sarà funzionale a un’idea precisa. Costruire una squadra che non si specchi più, ma che torni a mordere.

Champions trasformata, ma con la stessa promessa: tornare tra i grandi

Non sarà la Champions che il Napoli aveva conosciuto due anni fa. È cambiato tutto: niente più gironi classici, otto partite da giocare nella nuova fase a “campionato”, incroci sempre più fitti, avversari sempre più forti. La musica è la stessa, ma l’arena è mutata. Eppure, nel caos delle novità, si ritrovano antiche ambizioni.

Il Napoli riparte dalla terza fascia, un gradino più in basso rispetto all’ultima edizione. Ma ogni sfida nasconde un’opportunità. Dovrà vedersela con colossi come il City, il PSG (dove giocano ora Kvara e Fabian), l’Atletico del Cholo o il Marsiglia di De Zerbi. Non mancheranno neanche avversari più accessibili, come Bruges o Slavia Praga, ma in Champions – si sa – non esistono mai veri sorteggi fortunati.

E allora la vera sfida, forse, non è contro un avversario preciso. È contro se stessi. Il Napoli ci torna così, dentro un torneo cambiato, con il peso di ciò che è stato e la speranza di ciò che può ancora essere. A caccia di riscatto, consapevole che certi racconti non muoiono mai. Serve solo qualcuno disposto a riaccenderli.

Fonte: Gazzetta


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