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La speranza sottile che non si spegne mai

Pochi ci credono davvero, ma nessuno ha smesso di crederci. È una sottile differenza, ma è tutta lì, nella testa e nel cuore dell’Inter. All’ultimo chilometro del campionato, con Como all’orizzonte e la Champions tra dieci giorni, la squadra è sospesa tra dovere e speranza. Il pareggio con la Lazio ha lasciato un segno profondo, ha tolto margine e aumentato il rimpianto. Ma guai a mollare: un altro passo falso del Napoli potrebbe ancora riaprire uno spiraglio, e l’Inter deve essere pronta.

Inzaghi, il centro di gravità nerazzurro

In questo clima teso, Simone Inzaghi è il centro di gravità. Ha parlato alla squadra, come fa ogni volta, ma stavolta il discorso pesava di più. Serviva rialzare lo spirito, spazzare via le scorie delle polemiche arbitrali e soprattutto riportare il gruppo sulla rotta giusta. Testa solo su Como, niente proiezioni premature verso Monaco. Ogni distrazione può essere fatale.

La tensione si trasforma in energia utile

Ecco perché, almeno per ora, l’idea è quella di giocarsi il tutto per tutto anche in campionato, con una formazione molto simile a quella che affronterà il PSG. Non si regala nulla, si tiene alta la pressione, si trasforma la rabbia in energia utile. Inzaghi lo sa: o si canalizza, o si implode.

Preparare la mente, ma anche il corpo

Poi c’è il corpo, oltre alla testa. Si lavora sulla condizione, si misura ogni sforzo. Lautaro, Frattesi e Pavard sono sotto osservazione: il piano è rimetterli in campo a Como, almeno per qualche minuto. Serve ritmo, serve fiducia, serve arrivare a Monaco con tutti al massimo. Ma non c’è più margine per sbagliare. Né con la palla né senza. Inzaghi lo sa. E vuole che lo sappiano anche i suoi.

Fonte: Gazzetta


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