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Referendum 2025
Referendum 2025

La città di Napoli si conferma sopra la media nazionale per quanto riguarda l'affluenza alle urne per i referendum abrogativi 2025. 

Il dato ufficiale definitivo, alle ore 15.00 di lunedì 9 giugno, fa segnare un 33.58% per il capoluogo campano, a fronte di un dato complessivo riguardante tutto lo 'stivale' che potrebbe fermarsi poco oltre il 30%, ben lontano dal quorum.

In totale sono stati 240001 su 714699 aventi diritto i cittadini partenopei a recarsi ai seggi, di cui 112393 maschi su 334009 (33.65%) e 127608 femmine su 380690 (33.52%). 

Per quanto riguarda il dato diviso per zone, l'affluenza più alta è stata registrata nella zona collinare (Municipalità 5), con l'Arenella al 45.62%, seguita dal Vomero (43.35%). Anche Fuorigrotta (Municipalità 10) supera il 40% (40.74% per l'esattezza), seguita da Bagnoli (39.13%). 

Referendum 2025
Referendum 2025 (NapoliToday)

I dati intermedi sull'affluenza nella giornata di domenica a Napoli erano stati del 7.50% alle ore 12.00, del 17.58% alle 19.00 e del 24.94% alle 23.00.

De Luca sui referendum: "Bisogna entrare nel merito dei problemi"

"Non credo che ci sia una chiusura totale. Non credo che anche a livello di maggioranza ci siano sensibilità diverse. Se non intendono affrontare questi problemi si combatte senza nessun imbarazzo, ma bisogna entrare nel merito dei problemi, perché in alcuni campi si rischia di avere l'effetto addirittura contrario. Prendiamo il salario minimo, nel 90 % dei contratti stipulati il salario minimo già oggi va oltre i 9 euro l'ora ma il rischio che si corre è che se si approva un salario minimo di 9 euro, cioè quello ufficiale, si rischia addirittura che alcune aziende riducano il salario a 9 euro l'ora, quando invece oggi sono già 11 euro l'ora. Sono cose veramente molto complicate che rischiano di produrre veramente dei paradossi". 

Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, parlando con i giornalisti a margine di un evento a Napoli, si è espresso sul referendum e sulla bassa affluenza. 

"In Italia c'è un problema salariale immenso, la gente veramente non arriva più alla fine del mese. E siamo l'unico Paese d'Europa che è rimasto fermo a 25 anni fa per quanto riguarda il potere d'acquisto. Noi vediamo in Italia questa contraddizione, il numero più alto di assunti ma anche il livello più basso di potere d'acquisto e salari. Questa - le parole del governatore campano riportate da Adnkronos - è la contraddizione da affrontare in maniera molto laica, molto responsabile e cercando di dare una mano alle famiglie e alla povera gente". 


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