header logo
Antonio Conte abbraccia Romelu Lukaku dopo un gol del Napoli
Antonio Conte abbraccia Romelu Lukaku dopo un gol del Napoli

Grazie alla crescente digitalizzazione e alle nuove tecnologie applicate, da qualche anno i club professionistici, hanno integrato la data analytics per ottimizzare i loro processi di scouting e match analysis. Le statistiche avanzate, già largamente utilizzate in altri sport, stanno assumendo anche nel calcio un ruolo quanto mai dominante. Pensiamo alle nuove figure professionali che oggi fanno parte degli staff tecnici, come a esempio quella del match analyst. Anche i tifosi hanno iniziato a familiarizzare, non senza scetticismo, con una nuova e sempre più ricca terminologia.

La rivoluzione statistica del calcio: i big data

Ma cosa sono i big data e perché promettono di rivoluzionare la maniera di intendere il calcio? Quando parliamo di statistiche il rischio di entrare in un territorio minato è altissimo. C'è chi ha già iniziato a considerarli un alleato fondamentale al raggiungimento dell'eccellenza e chi li ritiene inutili o quanto meno sopravvalutati in uno sport fortemente caratterizzato dalla componente episodica.

Tutti abbiamo sentito parlare degli expected goals o XG, ma cosa sono? Sono un dato che misura la probabilità di una conclusione verso la porta di tramutarsi in un gol. Dall'analisi di centinaia di migliaia di tiri viene assegnato a ciascuno di essi un valore sulla base del dato statistico del modello adottato. Prendendo in considerazione differenti fattori come l'angolo di tiro, la distanza dalla porta, la parte del corpo con cui si tira, numero e posizione di opponenti e portiere, tipologia di assist ricevuto e molti altri. Quindi la somma degli xG prodotti durante una partita ci da un'idea della pericolosità offensiva creata. Ovviamente non è questo l'unico dato preso in considerazione da un'analista professionista, ma resta quello più conosciuto e oramai diffuso.

Gli Expected Goals del Napoli di Conte

xG Serie A 2024\25
xG Serie A 2024\25

Dando un'occhiata ai dati in questa stagione, il Napoli di Antonio Conte è solamente 9° in Serie A per xG prodotti e 3° per xG concessi all'avversario, con appena 22 punti e mezzo previsti contro i 29 effettivamente conquistati sul campo. Una situazione quantomai anomala e che potrebbe accrescere lo scetticismo nei confronti di questa analisi. Ma è bene ricordare che si tratta di dati estrapolati su un campione di appena 13 giornate. Troppo poche per restituirci un risultato attendibile.

La storia recente infatti ci racconta che nell'ultimo decennio, mai nessuna squadra è riuscita a vincere lo scudetto con i valori proposti oggi dagli azzurri. Le ultime tre vincitrici: Inter, Napoli e Milan, si sono imposte non scendendo mai al di sotto del 3° gradino del podio. Solo la Juventus di Sarri e quella di Allegri hanno vinto facendo peggio, rispettivamente con il 4° e 5° valore più alto. In molti potrebbero erroneamente credere che a fare la differenza sia la differenza tra i gol previsti fatti e quelli subiti, ma anche qui la squadra di Conte è ben lontana dalle dirette competitor, con il 7° valore assoluto.

Insomma una piacevole anomalia statistica che al momento proietta il Napoli in cima alla classifica, ma per quanto ancora? E' vero che i freddi numeri stridono con la passione, il calore che il calcio riesce a trasmettere. Ma se da un lato i tifosi possono abbandonarsi alla fatalità con la quale vivono questo meraviglioso sport, la squadra e il mister hanno l'obbligo di migliorare le performance per continuare a coltivare sogni di gloria.


💬 Commenti