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Il Napoli (ri)parte da qui, dal Maradona, dove un emozionato Antonio Conte conquista i primi tre punti della sua gestione napoletana, schiantando il Bologna di Italiano 3-0, un risultato forse anche troppo severo per gli emiliani, che però nonostante il possesso, poco hanno potuto contro la densità dei padroni di casa e la qualità del 77, Mvp del match.

È proprio una sua palla a inventare il gol del capitano, successivamente raddoppia con tanto di dedica al figlio appena nato, e poi fa ripartire l’azione del definitivo 3-0, con Neres subito protagonista, autore di un assist per il gol del Cholito. In attesa di una settimana caldissima in chiave calciomercato, con (almeno) tre colpi in arrivo, il Napoli scalda i motori in campo, e lo fa anche soffrendo, alla maniera di Antonio Conte, prendendosi tre punti che sanno tanto di punto di partenza. 

L’analisi del match

Un 3-0 pesante, ma possiamo realmente parlare di Napoli in crescita? O di un Bologna non all’altezza dell’appuntamento? 

La risposta la si trova a metà, con un Napoli migliorato ma ancora lontano dalla migliore condizione, e un Bologna ancora privo di identità offensiva, e ora andiamo a vedere il perché.

La costruzione (Olivera+Buongiorno)

La prima novità apportata da Conte rispetto alle primissime uscite stagionali è l’uscita dal braccetto di sinistra, con lo scambio di posizione tra Olivera e Buongiorno. Soluzione che per ovvi motivi non è stata utilizzata prima di ieri sera, vista l’assenza di Buongiorno col Verona, e la presenza di Juan Jesus, giocatore non adatto alla percussione in avanti. In particolare nel primo tempo infatti, la costruzione del Napoli è stata basata su un interscambio tra Olivera (partito esterno di centrocampo) e Buongiorno (partito braccetto di sinistra), soluzione peraltro vista anche in nazionale uruguaiana, con Bielsa che utilizzava proprio Olivera da terzo centrale. Nel Napoli di ieri sera infatti il numero 17 è stato il secondo giocatore per palloni toccati (54) con 3 passaggi chiave e tanto ordine in impostazione con 6 palle perse (terzo miglior giocatore). Il tutto sfruttando l’abilità in percussione di Buongiorno, facendogli svolgere quello che è talvolta il compito di Bastoni all’Inter (lì coperto da Mkhitaryan), ovvero quello di scambiare con un uno-due e fare densità in avanti, la sua velocità inoltre gli permette di tornare immediatamente in posizione, facendosi trovare pronto negli uno vs uno, chiudendo il suo esordio in A col Napoli, con un sono duello perso. Di seguito le posizioni dei due giocatori: 

Olivera:

Buongiorno:

Ad aiutare, vista la posizione più arretrata di Olivera, un generosissimo Kvaratskhelia, riscoperto a tutta fascia, soprattutto in fase di non possesso, in una sorta di 532, con Politano più stretto e il georgiano ad appesantire il centrocampo.

Kvaratskhelia

Un centrocampo fin troppo leggero 

Come anticipato in precedenza, se da una parte il Napoli è sceso in campo con un piglio completamente diverso rispetto a quello di Verona, dall’altra parte sono numerosi gli aspetti ancora da risolvere. Uno su tutti, evidenziato contro Italiano, è quello del centrocampo e di una spiccata leggerezza in copertura, permettendo di fatto al Bologna, con una verticalizzazione, di arrivare al limite dell’area avversaria. 

Lobotka

Come sottolineato dall’immagine, Lobotka copre poco la metà campo, ma è improntato soprattutto sul portare palla, lasciando in mediana troppo spazio, soprattutto per un Anguissa a corto di fiato sin dall’inizio. La forma fisica è ancora lontana da quella ideale, ed è indicativa per spiegare la poca lucidità in impostazione, 22 i possessi persi a centrocampo, troppi per una squadra che gioca a due e di conseguenza, più vulnerabile al centro. L’arrivo di due nuovi innesti a centrocampo (Gilmour e Mctominay i papabili) potrebbero risolvere il problema dando innanzitutto fiato ad un Anguissa lontano dalla forma migliore, ma soprattutto, in un futuro prossimo, passando a tre a centrocampo, soluzione che storicamente Conte ha sempre adottato. Le caratteristiche di Mctominay infatti, non facendoci ingannare dalla fisicità, sono completamente diverse da quelle del numero 99, ma soprattutto complementari, stiamo parlando di un giocatore che infatti ha inserimento, tiro da fuori e presenza al limite dell’area. Il suo impiego farebbe in modo di riportare Lobotka in mediana, e di avere maggiore copertura una volta persa palla.

La sterilità offensiva del Bologna 

Il Bologna, lo sapevamo, è una squadra che ama fare possesso, e lo fa anche con qualità nel fraseggio, come con l’Udinese infatti, ha la meglio sul possesso palla (61%), sui passaggi tentati (536) e sui passaggi riusciti (458). Ma perché allora dopo 101’ di gioco i dati ci parlano di 0.64 xG 2 soli tiri in porta?

Da una parte lo abbiamo specificato prima, il Napoli parte a tre in difesa, ma si sposta in un 532, creando tantissima densità sulle fasce, dove il Bologna attacca maggiormente (in particolare a destra), dall’altra, nelle prime due uscite la squadra di Italiano ha evidenziato un grande problema, che certo, è naturale se si è agli inizi di una nuova esperienza, ma è da risolvere quanto prima se non si vuole sprecare il tanto talento presente in rosa. Stiamo parlando della sterilità offensiva, e della mancanza di identità negli ultimi 25 metri degli emiliani, ed un dato su tutti sottolinea questo aspetto. Il Bologna infatti entra nell’ultimo terzo di campo 84 volte (+52 al Napoli), riesce in 95 passaggi nell’ultimo terzo (+42 al Napoli), ma i tocchi in area dicono 12, a fronte dei 25 azzurri. Dato che ci fa capire come i giocatori rossoblu riescano con grande facilità a portare palla sulla trequarti, ma lì non hanno riferimenti, e l’idea di Castro, attaccante fisico e di profondità, che però non lega il gioco, forse non è la migliore per iniziare a migliorare questo aspetto. 

Il terzo uomo di Conte

È vero, in carriera, se pensiamo a Conte e ai suoi principi tattici, si pensa immediatamente alla difesa a tre, al doppio centravanti, o ad una solidissima fase difensiva grazie all’aiuto degli esterni di centrocampo, ma altrettanto fondamentale è il triangolo offensivo chiuso dal terzo uomo, nel caso del Napoli il braccetto, che fa partire l’azione scaricando sull’esterno a destra, l’esterno opposto stringe e chiude con la palla proprio per il giocatore che ha fatto partire l’azione. Ovviamente parliamo di Di Lorenzo, e del primo gol del Napoli, certo, il gesto tecnico di Kvaratskhelia è da vedere e rivedere, ma il movimento di scarico su Politano e scatto immediato verso l’area è di grande intelligenza e preparazione tattica, schema che è un marchio di fabbrica proprio di Antonio Conte. 

Immagini tratte dal sito legaseriea.it
Immagini tratte dal sito legaseriea.it
Immagini tratte dal sito legaseriea.it

Un Napoli dunque che sicuramente ha assorbito maggiormente i dettami tattici del proprio allenatore, e che tecnicamente ha messo in mostra, soprattutto sugli esterni offensivi, una prestazione di alto livello. Certo è che siamo lontani dal prodotto finale, sia in termini di rosa (mancano almeno tre giocatori) e sia in termini fisici e di abitudine ad un nuovo sistema, soprattutto sulla metà campo. Il Bologna ha agevolato questo Napoli, in grado di assorbire il possesso avversario e ripartire con qualità, caratteristiche che ad una squadra come quella di Italiano, così alta e poco concreta, possono solo che far male. Ora testa ad una prova sulla carta più impegnativa, come il Parma, in attesa che questa settimana regali a Conte gli ultimi pilastri su cui fondare il suo Napoli. 


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