Il calciomercato sta per entrare nel vivo. Soprattutto a Napoli, dove il club di Aurelio De Laurentiis è chiamato a far dimenticare un'annata difficile post scudetto. Mercato tra i più duri del quasi ventennio, se non il più complicato.

Direttore Sportivo, Allenatore, cessioni milionarie e (alcune) inaspettate, acquisti in tutti i ruoli e una politica societaria da non depennare per un anno sbagliato. Perché sarà un mercato all'insegna dei giovani. Forti ed in rampa di lancio. Come ha sempre fatto il Napoli e come ormai tutti i top club in Europa fanno. L'arrivo di Giovanni Manna, già responsabile della Next Generation juventina, è un chiaro segnale.

E, soprattutto, sarà un mercato fatto fuori dalle mura italiche, dove onesti mestieranti del pallone, esplosi in un determinato sistema di gioco, vengono strapagati. Quando poi, in giro per l'Europa, ci sono tanti talenti pronti ad essere ingaggiati che costano meno e molto probabilmente fruttano di più. Ma servono idee, coraggio e volontà. Tre componenti necessarie, senza le quali il mercato diventa un qualcosa di alieno dove un club come il Napoli può andare molto in difficoltà.

I rifiuti della scorsa estate: Scalvini e Koopmeiners

Infatti, basterebbe dare uno sguardo all'estate scorsa. De Laurentiis si fionda sul centrocampista Teun Koopmeiners, arrivando ad offrire la bellezza di 52 milioni di euro con bonus e 30 per Giorgio Scalvini, entrambi di proprietà dell'Atalanta di Percassi. Due rifiuti belli grossi perché, a detta della società di Bergamo, erano troppo pochi i milioni offerti, avendo contezza di poter vendere i due giovani ragazzi a prezzi maggiori l'anno dopo. Discorso giusto, dal lato del cessionario. Anche il Napoli, se avesse in rosa due talenti del genere, chiederebbe gli stessi soldi.

Lo stesso Alessandro Buongiorno, difensore del Torino, ha una valutazione altissima anche se ha dimostrato molto poco. La sensazione è che in giro per l'Europa si possa trovare uno dello stesso valore con costi decisamente inferiori.

Comprare solo all'estero, perché pare sia questa la politica nuova del Napoli, porta sicuramente benefici importanti. Ultimo, non in ordine di importanza, quello di evitare di arricchire club concorrenti o in generale di mettere bei soldi in saccoccia a chi, nella stragrande maggioranza dei casi, ritrovi contro quando ci sta da decidere del futuro del calcio italiano.

Il piano del Napoli per il prossimo mercato

Giusta decisione secondo noi. Solo che, per metterla in pratica, serve una organizzazione che il Napoli l'anno scorso ha accantonato. E, soprattutto, oggi quella organizzazione deve essere necessariamente di larga portata rispetto a pochi anni fa. Perché se prima erano pochi i club in Europa ad avere quella determinata politica, oggi la adottano pressoché tutti. E strappare un 18enne al Real Madrid o al Manchester City risulta essere una questione assai complicata da risolvere.

Ma il Napoli ci proverà. Dovrà anticipare le mosse, essere guardingo ma rapace. Essere decisi, di questi tempi, fa tutta la differenza del mondo. Dovrà mettere le basi in ogni continente e avere diecimila occhi. Ogni manager dovrà avere alle sue dipendenze una schiera di persone sparse per il mondo a visionare i nuovi talenti che verranno.

Questa è la strada. Ed è l'unica percorribile. Perché le alternative sono le solite: mille porte chiuse in faccia e richieste assurde per calciatori che, a certi livelli, vedono le proprie gambe tremare.

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