Giocare in uno stadio importante. Contro un club dell’élite europea del calcio. Anzi: contro la squadra di Guardiola, il miglior allenatore al mondo. I cori e i fischi dei tremila napoletani che hanno riempito l’Etihad Stadium. Quella sensazione di tensione che si avverte quando l’avversario manovra in fase di possesso e la squadra si rifugia, cortissima e guardinga, dietro la linea del pallone.
Insomma: Manchester City-Napoli si è aperta con quel quel mix di sogno e di apprensione che caratterizza i grandissimi appuntamenti. Una sensazione che qui non si respirava da quasi un anno e mezzo. E infatti gli azzurri avevano approcciato la partita nel migliore dei modi, giocando sì con grande attenzione, ma riuscendo a tenere la bilancia del match in grande equilibrio.
Anzi: nonostante l’evidente, e consueto, predominio territoriale dei Citizens, l’occasione migliore era capitata agli uomini di Antonio Conte con il colpo di testa di Beukema al 17′. Poi 4′ è arrivata la sciocchezza di Di Lorenzo: il capitano del Napoli, in pieno controllo del pallone, decide di far scivolare ingenuamente la sfera dimenticandosi di Haaland che, alle sue spalle, era andato in pressione su di lui. Un errore basilare di reattività, di quelli che talvolta capitano al difensore azzurro, che perde la concentrazione in alcuni match decisivi (raramente, ma succede: va detto).
La grande tenuta mentale del Napoli
Da lì è cominciata la guerra in trincea dei campioni d’Italia: la frazione restante del primo tempo ha visto gli ospiti giocare quasi mezz’ora di grandissima concentrazione, in cui tatticamente hanno concesso qualcosa al City (è anche normale: Guardiola è il più bravo di tutti nel creare superiorità numerica nei confronti dell’avversario, figuriamoci quando gliela si regala), ma mentalmente non sono mai crollati.
E non era affatto scontato. D’altronde, ti ritrovi a cambiare repentinamente il piano gara contro un avversario di quella portata. E infatti i calciatori del Napoli sono riusciti a eseguire i loro compiti, nonostante il possesso asfissiante del Manchester City li abbia costretti a subire. E, allora, da questo punto di vista, non possiamo dire che l’esordio in CL degli uomini di Conte sia stato un test mancato, come pure stanno dicendo tanti opinionisti e commentatori.
Sì, è chiaro che l’inferiorità numerica ci ha impedito di capire fino a che punto possa spingersi questa squadra e qual è, fino a ora, il livello di vertice che ha raggiunto il lavoro del mister. Ma Manchester City-Napoli ci ha fatto vedere una versione degli azzurri che aspettavamo da tempo: vedere una squadra che gioca senza alcuna soggezione delle grandissime europee. Ieri, infatti, abbiamo assistito a calciatori come Milinkovic Savic, Beukema, Buongiorno, Spinazzola, Lobotka e (soprattutto) Politano che per larghi tratti sembravano quasi in pieno controllo delle situazioni di difficoltà che stavano affrontando.
Abbiamo assistito a marcature, raddoppi e possessi gestiti con estrema freddezza. E a parate, come quelle di Milinkovic Savic nello specchio della porta, tecnicamente perfette, di una calma quasi olimpica. Parate che non avevano niente dei colpi di reni disperati e miracolosi. Insomma, gli azzurri hanno mostrato una tenuta mentale di grande, grandissimo livello. Ed è già questo un grandissimo indizio sulle capacità che ha, oggi, questo Napoli.
Il lavoro sui nuovi acquisti
E poi non possiamo non sottolineare il lavoro che è stato fatto con l’inserimento dei nuovi acquisti. Ad eccezione di Højlund – ieri presenza tormentata che vagava a vuoto in campo, chiuso com’era dalla morsa di Rúben Dias e Gvardiol –, gettato repentinamente nella mischia dopo l’improvviso infortunio di Lukaku, i già citati Milinkovic Savic e Beukema sono stati autori di una partita eccellente non solo sul piano mentale, ma anche statistico: il portiere serbo, stando ai dati di Sofascore, ha prevenuto con i suoi interventi 1.12 gol; mentre l’ex centrale del Bologna ha vinto 6 duelli su 8, fatto 2 passaggi lunghi precisi su 3 ed ha compiuto 9 rinvii, 2 contrasti, 1 tackle da ultimo uomo e bloccato 3 tiri.
È segno, tutto questo, di un pieno inserimento dei nuovi azzurri nelle dinamiche tattiche di questa squadra. E questo significa che il ritiro estivo sta già dando i suoi frutti. E da qui si capisce la grande attenzione da parte di tutte le componenti del Napoli impegnate con il mercato nel chiudere molto presto determinati acquisti in alcuni slot.
Insomma: Manchester City-Napoli è stata tutto tranne che un’occasione mancata. Naturalmente, gli azzurri tornano a casa con zero punti e un po’ di amaro in bocca per come era stato preparato il match, ma delle prime e importanti risposte già sono arrivate. Questa partita, insomma, era proprio l’esordio che ci voleva per il ritorno in Champions.






