Nel 1952 Italo Calvino pubblica il secondo romanzo di quella che è conosciuta come la trilogia “I nostri Antenati”. Il titolo era “Il Visconte dimezzato“. La storia narra di un Visconte che, dopo essere stato colpito da una palla di cannone, si sdoppia in due: una parte completamente buona ed una malvagia.
Ecco, Antonio Conte, nella sua stagione Bis al Napoli, sembra aver subìto uno sdoppiamento simile, dopo che le palle di cannone sono state ben sei, purtroppo. L’allenatore che voleva difendere sopra ogni cosa il risultato, a costo anche dello spettacolo, è totalmente svanito, liquefatto. Della difesa migliore d’Europa non è rimasto nulla, se non un dato: sedici gol presi in dieci partite. Conte, forse pungolato dalle continue critiche sul gioco espresso, ha deciso di alzare la posta e di voler impostare un Napoli alto e aggressivo sin da inizio stagione. Il problema è che il Napoli quest’anno è sì alto, ma senza essere aggressivo e questo si traduce in uno squilibrio imbarazzante. L’arrendevolezza con la quale, per esempio, Beukema sbaglia l’appoggio che poi porta al raddoppio il PSV è un chiaro emblema di quanto scritto.
Siamo troppo pochi, no no, siamo troppi
Ma, andando oltre il campo, il vero motivo che ci spinge a pensare che Conte si sia dimezzato risiede proprio nelle sue parole e nell’analisi post partita.
Quante volte lo scorso anno ha speso buona parte delle conferenze stampa per sottolineare la rosa risicatissima, fosse anche solo per giocare una sola competizione?
Stasera, nel post partita, con una squadra impegnata in quattro competizioni, afferma che “abbiamo comprato troppi giocatori“. Proprio così, troppi giocatori. A voler essere buoni, l’analisi che soggiace a questa sua uscita, che lui poi ha provato a chiarire poco dopo, è che non è semplice integrarli tutti ed in poco tempo. Questa dichiarazione tra l’altro si sposa con un’altra ripetuta diverse volte nel recente passato ovvero che abbiamo comprato tutti giocatori da “15-20” milioni.
Ma sei tu, caro Antonio, ad aver preteso questi acquisti. Insomma, se prima non ci si poteva sedere con dieci euro ad un ristorante da cento, adesso pare che non si possa andare in un ristorante che abbia troppe portate nel menù.
Stanno vendendo fumo
La chiosa della conferenza stampa è tetra e di duplice lettura: “A Napoli stanno vendendo troppo fumo” e “Napoli non deve essere presa per il culo” afferma Conte, non si capisce bene rivolto a chi, dopo aver nuovamente puntato il dito sulla difficoltà dell’integrazione dei nuovi.
A questo punto le possibilità sono due: o questa frase finisce per creare un alibi a sé stesso e alla squadra, rischiando di ricreare lo stesso abisso del Napoli post terzo scudetto, oppure ci si stringe in cerchio contro il rumore dei nemici di Mourinhiana memoria e si riparte. L’Inter, il match più difficile che il Napoli potesse avere in questo momento, darà una prima risposta.
Nel frattempo sarebbe un bene che il (prima o poi) Cavaliere del Napoli, che è stato bravissimo ad essere inesistente l’anno scorso e a dare la giusta serenità, faccia finta di non aver sentito questa sua intervista. Perché basterebbe poco, e sarebbe fin troppo semplice, tuonare e rinfacciare alcuni degli acquisti fatti a suon di milioni e che ad oggi, per colpe loro ma forse anche del sistema di gioco, sembrano al limite dell’imbarazzo in campo.






