Alla fine Gimenez ce l’ha fatta!
Santiago Gimenez, l‘uomo dei duecento gol in maglia rossonera secondo alcuni telecronisti/opinionisti, sempre meno telecronisti sempre più opinionisti, è riuscito nel suo intento: ottenere qualcosa attraverso una simulazione.
Eh sì, perché il caro Santiago, la mirabolante punta che, in attesa che il pronostico si compia, in questo momento conta in Italia più tentativi di simulazione che reti, ieri ha procurato con un sol gesto un rigore, una vittoria e il primato solitario in classifica per il Milan di Allegri.
Il gesto è ormai già noto a tutti: da novello Cuadrado, o Barbara D’Urso, il messicano dopo essere stato sfiorato tra spalla e collo da Parisi (Fabiano, non Heather) è stramazzato a terra mettendosi le mani giunte sul volto come se qualcuno gli avesse spruzzato dello spray al peperoncino da distanza ravvicinatissima.
Quello che è accaduto dopo lo sapete tutti: l’arbitro Marinelli che lascia correre, Abisso (nomen omen) – è incredibile come Abisso faccia sempre la cosa sbagliata nel momento sbagliato, un arbitro orrendo, mai evolutosi – che lo richiama al Var et voilà, il rigore è servito.
Non ci va nemmeno troppo di discutere sul fatto che ci fosse o meno rigore: è talmente evidente che soltanto in un paese cialtrone come quello italiano si può tentare di giustificare l’ingiustificabile. Ciò che curiosamente segniamo sul taccuino è che il parallelismo che viene fatto su tutte le tv e i media nazionali sia quello di confrontare l’episodio di ieri sera con un altro, quello di Bonny/Thuram in Juve Inter di qualche settimana fa.
Gimenez: una carezza in un pugno
Naturale, no? Perché nel bene e nel male bisogna sempre parlare delle solite tre. Juve, Inter e Milan.
Se è vero che proprio in Juventus Inter lo sciagurato Abisso fosse l’assistente Var (dunque non aveva l’ultima parola) ed è dunque lecito fare un parallelismo, non si può trascurare un’altra evidenza, ovvero che più recentemente ci sono stati ben due, non uno, due episodi in quello stesso campo, sempre con il Milan protagonista, con la stessa matrice e giudicati diversamente: il calcetto subito da McTominay da Tomori, quello che dai soliti varisti di turno, bravi o meno bravi a seconda se ti diano ragione o meno, era stato giudicato “troppo leggero” per assegnare un rigore, oppure da cambiare la decisione di campo e, soprattutto, quello menzionato da quasi nessuno: lo schiaffo in pieno volto assegnato, a palla in gioco e in piena area di rigore, da Pavlovic a Lucca. In quest’ultimo caso – ripetiamo: uno schiaffo in pieno volto – nessun intervento del Var. Ieri invece On field Review.
Insomma, parafrasando una vecchia canzone di Celentano, evidentemente dentro la carezza di Parisi c’era un pugno e dentro lo schiaffo di Pavlovic una carezza: deve averla per forza interpretata così la banda di Gianluca Rocchi, sicuramente composta da fan del Molleggiato.
Non ci aspettiamo nulla di diverso: il calcio è ormai uno show televisivo, i rigori sono televisivi, i soldi provengono dalle televisioni, le partite si giocano a tutte le ore e i giorni per coprire il palinsesto. Il campo conta zero.
Diamo i rigori con le palette!
Occhio però, caro De Siervo, che un campionato che offre pochi campioni, pochissimi gol (oggi si potrebbe battere un record storico) e queste scempiaggini, sarà anche uno show, ma il genere è trash. Chissà dunque questo spettacolo quanto varrà per gli investitori, in termini di offerta in denaro, la prossima volta che si parlerà di diritti tv. Poco, oseremmo pensare.
A meno che non si introducano altri elementi spettacolari, per esempio Milly Carlucci a presentare le partite con delle clip strappalacrime prima che inizino oppure dei giudici che diano dei voti sulla simulazione meglio riuscita e con una voce fuori campo a proclamarli.
Gianluca Rocchi, diesciiiii!






