A breve sarà siglata la concessione di 99 anni che farà partire il restyling. Addio alla pista d’atletica e non sol. I costi? Saranno tutti a carico di De Laurentiis.

L’attesa è ormai finita. Pare imminente un accordo tra il Comune di Napoli e il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis per la totale concessione dell’impianto di Fuorigrotta. 

Termini di concessione

Un accordo ”Full” della durata di 99 anni, che consegnerà nelle mani del club il Maradona. L’impegno economico per renderlo: moderno, funzionale e pronto ad ospitare gli Europei del 2032, sarà completamente a carico della SSC Napoli. A fronte di una serie di agevolazioni fiscali e burocratiche che accorceranno i tempi di realizzazione ben entro i limiti imposti dalla UEFA, affinché Napoli possa accreditarsi come una delle 5 città italiane ospitanti.

Progetto radicale

Secondo i ben informati, entro la fine del 2024, il club azzurro presenterà il proprio progetto di restyling. Una serie di interventi che trasformeranno radicalmente la struttura. Non solo verrà eliminata la pista d’atletica, ma sarà anche smantellata la copertura in acciaio. Un obbrobrio ingegneristico che rovinò non solo l’estetica del catino azzurro ma ne compromise anche la solidità strutturale. Furono proprio i lavori per i Mondiali del 1990 a inaugurare una serie di problematiche che resero inutilizzabili i parcheggi sotterranei e il terzo anello, oggi interdetto al pubblico. Ma la stessa copertura, oltre che oggetto di continua manutenzione, si è spesso rivelata inefficace allo scopo di proteggere gli spettatori paganti dalla pioggia.

Struttura all'avanguardia

Gli spalti verranno avvicinati a non più di 5 metri dal campo, come prevede la normativa UEFA e verrà utilizzata una nuova e moderna tendostruttura per la copertura, sul modello dell’Allianz Arena di Monaco. Ma le sorprese non dovrebbero finire qui, perché oltre alla nascita di un Museo dedicato, lo stadio verrà dotato di tutta una serie di attività ricettive in modo da renderlo fruibile sette giorni su sette.

E quindi bar, ristoranti, attività ludico-ricreative. Si parla anche, su esplicita richiesta del Presidente De Laurentiis, di un Centro Commerciale.

Una Svolta Epocale

Una lunga ed estenuante trattativa tra il Napoli e gli organi istituzionali cittadini che ha portato, finalmente, i suoi frutti. Grazie anche all’intervento del Governo centrale, nella persona del Ministro dello Sport Andrea Abodi. Mesi di incontri volti a superare l’impasse burocratico che rischiava di escludere Napoli dalla corsa a Euro2032. 

Sarebbe stata una beffa non solo per il club, ma soprattutto per una città capace di registrare negli ultimi tempi numeri da capogiro nel settore turistico. L’opportunità di affermare la presenza di Napoli nel Gotha delle Grandi Capitali europee. Una città rinomata nel mondo non solo per la sua storia millenaria, i suoi paesaggi e il patrimonio artistico. Ma anche per la sua umanità, il suo cibo e la passione per la propria squadra del cuore. Napoli e il calcio rappresentano un binomio indissolubile nell’immaginario collettivo e la necessità di uno stadio moderno non si lega solo a concetti di natura economica, ma finanche sociali.

Tempistica e interventi mirati

Un gran colpo quello messo a segno dal Sindaco Gaetano Manfredi e dalla sua giunta. L’ennesimo, dopo l’accordo che vedrà nascere nell’ex area del Mercato Ortofrutticolo il nuovo e avveniristico Palazzetto dello Sport.

Si attende solo la ratifica degli accordi per far partire i lavori, con il Napoli che starebbe premendo per accelerare l’iter in modo da sfruttare l’attuale stagione agonistica, considerando che gli azzurri non saranno impegnati in campo europeo e che quindi l’utilizzo dello stadio sarà esclusivamente per il campionato.

I lavori dovrebbero durare circa due anni, permettendo l’utilizzo del terreno di gioco in questo arco di tempo. Interventi mirati quindi e che interesseranno di volta in volta un settore diverso.

Sfatato il tabù della pista atletica

E le associazioni sportive che oggi ospita il Maradona? Perché se lo stadio sarà di fatto trasformato a uso esclusivo per il calcio, c’è la necessità di dare una casa agli atleti che vivono l’impianto i giorni non dedicati alle partite. Esiste già un piano che prevede tre possibili alternative. Una è quella della Cittadella dello Sport che dovrebbe sorgere, a pochi chilometri da Fuorigrotta, all’interno del Parco Urbano di Bagnoli. Ci sarebbe poi lo stadio Albricci, straordinaria struttura di interesse storico, già casa del Calcio Napoli nei suoi primissimi anni di vita. L’impianto sito all’Arenaccia e di pertinenza del demanio militare, andrebbe quindi riqualificato. Terza opzione quella dello Stadio Collana al Vomero, di proprietà della Regione.

Napoli proiettata nel futuro

Napoli nel 2026 sarà Capitale dello Sport, dopo esserlo stata della Cultura nel 2023. Una grande occasione, dopo le recenti Universiadi, per riqualificare le strutture sportive. Con fondi privati e quelli del Pnrr a mettere in moto una macchina per anni ingolfata e che ha paralizzato le infrastrutture della città. 

Ma un’aria nuova, complici anche rapporti più distesi tra istituzioni cittadine, governo e imprenditoria privata, sembra spingere la città a nuovi e inesplorati traguardi. Una New Era che coinvolge anche la città.


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