Al rientro dalla sosta nazionale, la prima della stagione 2025/26, il Napoli si fa trovare pronto, nonostante i nuovi innesti e le poche ore d’allenamento la squadra sembra già quadrata, o almeno quanto basta per uscire dal Franchi con i tre punti, ed una prestazione per 75’ praticamente perfetta.
Un segnale forte al campionato, una dimostrazione di forza necessaria dopo lo spavento col Cagliari, in attesa dell’inizio della Champions League Fiorentina-Napoli ci dice che i ragazzi di Conte ci sono.
Il match di Hojlund e l’attacco alla profondità
C’era grande curiosità per il debutto stagionale in Serie A di Rasmus Hojlund, la punta arrivata da Manchester, sponda Red Devils, che proprio nelle ultime ore di mercato è stato annunciato andando a prendere momentaneamente il posto dell’infortunato Lukaku. Il classe 2003 non poteva che esordire meglio con la maglia del Napoli, gol, progressione palla al piede, tecnica nello stretto e grande protezione di palla, facendo passare una brutta serata a Pongracic, centrale difensivo della viola.
Nel post Napoli-Cagliari avevamo fatto proprio riferimento alle funzioni che Hojlund poteva aggiungere al ruolo di punta centrale nel Napoli, e la prima uscita al Franchi ha confermato quanto scritto due settimane fa, infatti oltre al lavoro di sponda spalle alla porta, in cui ha tenuto praticamente tutti i duelli (80%), è stato pescato più volte in profondità, come in occasione del gol, ma soprattutto è stato capace di allungare la squadra con coast to coast palla al piede, grazie ad una grande gestione del corpo e controllo della palla, sfilando al marcatore. Questo tipo di lavoro ricorda moltissimo il primo Lukaku di Conte all’Inter, quando il fisico gli permetteva non solo di reggere da perno, ma di essere l’incursore che va dentro palla al piede allungando la squadra. Segnali quindi importanti ma soprattutto incoraggianti, per un giocatore che deve crescere ma che ha già tutte le caratteristiche per far innamorare Antonio Conte.
McTominay: da incursore a centrale box to box
Guai a pensare che questo McTominay, meno presente negli ultimi 20 metri, sia un giocatore meno efficace e funzionale alla causa, la sua versione spenta e disordinata col Cagliari ha lasciato spazio ad un giocatore maturo, e soprattutto lucido nel leggere il nuovo centrocampo di Conte e adattarsi di conseguenza. L’Mvp in carica del nostro campionato non entra negli highlights, facendo un passo indietro rispetto alla mezzala di incursione che eravamo ormai abituati a vedere, in questo modo De Bruyne ha più libertà sulla trequarti e maggiore verticalità, con lo scozzese che diventa un purissimo box to box, capace di una fase di interdizione di alto livello, coperture e anticipi ne fanno da padrone, inoltre la sua fisicità abbinata alla tecnica gli permette di uscire sempre bene da situazioni di pressione avversaria. Solamente 1 tiro in porta, ma ben 16 duelli effettuati (9 vinti), 5 falli subiti e 2 intercetti, a conferma di un match solidissimo, che ha giovato al risultato, ma soprattutto alla conseguente libertà concessa al nuovo 11 del Napoli.
De Bruyne si prende la trequarti

Le due settimane di sosta nazionale hanno permesso ad Antonio Conte di riformulare un centrocampo con tanta, forse troppa qualità, che nelle prime due uscite sembrava quasi pestarsi i piedi a vicenda, soprattutto sulla metà campo sinistra. Il match con la viola ha invece evidenziato come le distanze a centrocampo siano state preparate con l’intento di lasciare a De Bruyne maggiore libertà di movimento tra le linee, come in nazionale, il ruolo da secondo play, grazie alla presenza di Beukema in impostazione, è stato ridimensionato per garantire più qualità negli ultimi 25 metri, dove il belga fa più male. A conferma il dato sui tocchi di palla, 68 col Sassuolo, 67 con il Cagliari, solo 42 a Firenze, con una pericolosità però nettamente maggiore, infatti sono praticamente tutti arrivati non più sullo scarico di Lobotka per sgonfiare il pressing avversario, ma in progressione con il corpo rivolto verso la porta avversaria, giocando a testa alta in profondità, non un caso se con questo cambio tattico è arrivata la sua migliore prestazione, in concomitanza con la migliore prestazione finora dell’intero centrocampo.
L’esordio di Beukema
Altro esordio dopo quello di Hojlund, è la titolarità di Sam Beukema, dopo l’infortunio rimediato in nazionale per Amir Rrahmani. L’ex Bologna, tolta qualche sbavatura comprensibile in marcatura, ha dimostrato perché il Napoli ha deciso di investire su di lui per tenere coperte le spalle del kosovaro.
Le caratteristiche sono principalmente le stesse, l’olandese data la poca esperienza ha commesso qualche ingenuità data dalla sua esuberanza, ma ha anche fornito alla squadra un’uscita sicura sui suoi piedi, ma anche quando non tocca palla rappresenta un’arma, spesso allargandosi da braccetto in impostazione, per portarsi via l’uomo e concedere al portiere il rinvio in zona centrale.

Il gol è la notizia meno importante, l’affidabilità e l’intelligenza tattica unite a una grande pulizia tecnica (92% passaggi riusciti) ne fanno un giocatore su cui non solo contare al momento, ma anche sulla quale costruire nel prossimo futuro.






