«Prendo spunto da questa Supercoppa italiana di calcio per dire che non è soltanto la ricerca di un montepremi, ma il contributo anche all’obiettivo, che va perseguito, della democrazia e dell’affermazione del rispetto in tutte le sue forme».

Lo ha detto il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, rispondendo alla domanda di uno studente dell’Iis Federico Caffè durante la manifestazione Sportabilità su cosa ne pensasse «dei tornei di calcio che vengono giocati nei paesi arabi in cui non vengono rispettati i diritti umani».

«Lo sport è sempre stato uno straordinario strumento di diplomazia, ed è stato anche uno strumento capace di sfidare i potenti e i prepotenti nella sua storia. Quindi se da un lato ci può essere la preoccupazione di andare in luoghi dove la democrazia, i diritti umani, non vengono pienamente rispettati, io penso che noi dobbiamo saper cogliere l’altro aspetto: la capacità di illuminare quei luoghi, responsabilizzarli e contribuire all’alfabetizzazione civile», ha detto Abodi.

«Credo che lo sport e il calcio in particolare questa possibilità la possano offrire. Quindi, per quanto posso avere anch’io le stesse riserve che hai tu, e detto tra noi, mio figlio di 13 anni, ieri sera mi ha detto: “Ma papà, ma perché andiamo lì?”. E io ho cercato di spiegarlo, non è facile. Credo che da un lato abbiate ragione voi, dall’altro però quello che noi dobbiamo cercare di raggiungere come obiettivo è quello di non isolare, di illuminare, di partecipare, sollecitare, sensibilizzare e velocizzare il cambiamento», ha concluso.


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